RICERCA SULLA CROCE AL M.AMIATA
di Maria Rosaria Palomba

Nel 1900, durante il solenne Giubileo, il Papa Leone XIII volle che sulle venti cime più alte d’Italia fossero erette croci monumentali. La croce del Monte Amiata (alto 1738 m.) fu la nona in ordine di tempo ad essere realizzata nel 1910. Il Vescovo di Chiusi, Monsignor Bellucci, dette l’incarico a Luciano Zalaffi, un architetto nato a Siena nel 1836 che aveva ereditato dalla sua famiglia la passione per la lavorazione del ferro battuto.  L’opera alta 22 metri e posta su una basa di 8 m. per 8 m.  incontrò non poche difficoltà economiche: il suo costo arrivò a raggiungere la cifra di 30.000 lire, non sostenibile dalla popolazione amiatina.

L’intervento della benefattrice Cleofe Pandolfi, con la generosa offerta di 10.000 lire fece sì che il progetto fosse portato a termine. I vari pezzi di ferro battuto che ricomposti avrebbero formato la croce, partirono dalla stazione di Siena per arrivare alla stazione di Monte Amiata. Qui c’erano ad aspettare il prezioso carico numerosi volontari che con asini e muli trasportarono in vetta 140 some di ferro battuto attraverso sentieri impraticabili e tra incalcolabili peripezie. I lavori si protrassero per tutta l’estate del 1910 e lo stesso architetto insieme alla famiglia e agli operai si trasferirono per tutta la durata dei lavori in improvvisate baracche di montagna. Il 18 settembre la monumentale croce, illuminata da centinaia di fiaccole, venne inaugurata alla presenza delle autorità locali, del clero, della Compagnia di San Marco che fisso il suo stendardo nel punto più alto della croce e della Banda musicale di Abbadia. Il sacerdote che guidava la cerimonia benedisse la croce e celebrò la Messa cantata dai Frati Francescano della Selva (Santa Fiora). Una folla immensa era accorsa da tutti i paesi amiatini e le visite continuarono nei giorni successivi con l’arrivo di pellegrini da ogni luogo.

Dopo appena 34 anni, il 17 giugno del 1944 alle ore 7.30 la Croce venne abbattuta con potenti cariche esplosive dalla retroguardia dell’esercito tedesco perché considerata un punto di riferimento per gli aerei americani. La popolazione amiatina e soprattutto i cittadini di Abbadia subirono un duro colpo nel veder distrutto il loro simbolo. Nel giugno di quello stesso anno ai piedi della Croce abbattuta venne celebrata una Santa Messa da don Pietro Bianchi assistito da don Gino Cervini e don Malachia Chioccheroni ancora seminarista. Nonostante la guerra, la fame, i cittadini dimostrarono grande coraggio e determinazione nel ricostruire la Croce. Il compito apparve subito difficile e costoso: fu costituito un Comitato Organizzativo il cui presidente era il Sindaco di Abbadia, Libero Tondi. I lavori di ricostruzione durarono oltre tre mesi: furono impiegati molti minatori e squadre di operai meccanici guidati da Aldo Fabbrini e dal fabbro Federico Bisconti. Diedero una mano anche alcuni chierici che erano venuti a trascorrere l’estate nel nostro monastero: tra loro c’era un giovanissimo Don Roberto Corvini che tornerà nel nostro paese e sarà per molti anni, fino alla sua morte, Priore dell’Abbazia.

La Croce tornò a mostrarsi in tutta la sua maestosa imponenza nello stesso luogo in cui trentasei anni prima era stata elevata, L’inaugurazione venne preceduta da numerose iniziative e alle ore 21 del 24 agosto 1946 Papa Pio II, prima di trasmettere il suo radio messaggio, con impulso radio accese da Roma le mille lampadine applicate alla Croce monumentale: a questo evento assisterono migliaia di persone che si erano radunate all’interno dello Stadio; altre a piedi o in pullman erano arrivate alla Vetta dove furono celebrate 60 messe in 5 altari diversi.

Nel settembre 2009 la Società Macchia Faggeta lanciò l’idea di promuovere un comitato organizzativo per festeggiare il centenario dell’elevazione della Croce. Del gruppo hanno fatto parte la Comunità Montana Amiata Val d’Orcia quale ente capofila, il Parco Museo delle miniere dell’Amiata,   il Consorzio Forestale dell’Amiata, le provincie e le A.P.T di Grosseto e Siena e la Società Macchia Faggeta che si è assunta il compito di effettuare una serie di interventi per una spesa complessiva di quarantacinquemila euro: tra questi l’illuminazione della Croce dal 22 luglio al 29 agosto, la sistemazione di un sentiero, la Scalettaia, che collega Pian della Piscina con il Sasso di Maremma e rappresenta una Via Crucis con le Stazioni segnalate su sasso da una croce. Il ricco programma di celebrazioni si è aperto la mattina alle 10 del 25 luglio 2010 ed é proseguito fino a sera quando all’illuminazione della Croce è seguita l’esecuzione dell’Inno alla Croce dell’Amiata per coro ed orchestra, composto e diretto dal maestro Traversi e cantato da cento coristi delle Corali Amiatine.

“Nel 1900, durante il Solenne Giubileo, Papa Leone XIII lanciò una nobile idea per commemorare il Secolo appena trascorso: collocare sulle cime delle venti montagne più alte d’Italia, una Croce monumentale come Simbolo della Cristianità”… così comincia la storia della Croce monumentale del Monte Amiata. In occasione del suo centenario, la Società Macchia Faggeta ha fortemente voluto la sua valorizzazione, con un intervento mirato di restauro dell’area circostante ed un complessivo miglioramento d’insieme sia del monumento come oggetto di interesse storico culturale, che come punto di approdo per tutti coloro che nutrono particolare interesse per punti panoramici e luoghi di grande bellezza. Presto la pubblicazione del progetto di ristrutturazione eseguito ed ultimato.

Qui le foto della celebrazione del centenario avvenuta il 25 luglio 2010.